lunedì 29 gennaio 2018

Anno nuovo, blog nuovo (2018)

Anno nuovo, blog nuovo - 25 gennaio 2018

Ormai è chiaro che gli aeroporti sono il luogo dove infine riesco a mettere mano al blog! Questa volta sono a Istanbul, di rientro dall’Italia, in attesa di partire per Hatay.
Sono di nuovo passati circa quattro mesi, intensissimi: la mia vita turca ormai è a pieno ritmo, quella dei giorni in Italia ancor di più. Parto volentieri dalla Turchia per l’Italia per far riposare la mente dal continuo sforzo di capire qualcosa del turco, riparto volentieri dall’Italia per via dei ritmi forsennati che vi si tengono.
Ho deciso anche di cambiare la formula del blog, per vari motivi. Da una parte ormai avete capito come funziona la mia attuale vita su due sponde, tra mille cose di vario tipo, dai lavori materiali ai viaggi, alle visite nelle parrocchie, alle conferenze, ai tanti incontri in Turchia e Italia, a scrivere tante lettere, a lottare per avere rendite per il Vicariato, agli impegni pastorali crescenti sull’una e sull’altra sponda. Avete anche compreso che la mia vita oscilla tra momenti pastorali bellissimi - con corpose e significative intuizioni – e momenti di fatica e depressione in cui sembra inutile tentare di rivitalizzare questo pezzo di chiesa.
Pertanto scriverò poca “cronaca”; vi segnalerò invece qualche mia conferenza o articolo che potete ascoltare, leggere e scaricare dalla rete; aggiungerò poi qualche riflessione che via via si fa più chiara in me.

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In ottobre è stata graditissima e intensa la visita della madre generale delle suore Comboniane, con la provinciale del MO e una consigliera: attente e vivaci, hanno visitato vari luoghi del Vicariato per vedere di persona quali eventuali possibilità ci siano per aprire una loro comunità, dedita a evangelizzazione e aiuto ai rifugiati. Il tempo bellissimo ha permesso di godere in particolare degli spettacolari scenari della Cappadocia.

In novembre, ho finalmente attuato la promessa di portare “in gita” le 3 care suore che risiedono a Tarso più p. Angelo Campana: abbiamo visitato alcuni monasteri del sud Turchia, di tradizione siriaca, e belle città come Şanliurfa e Mardin. Seydi, turco – svizzera, ci ha fatto da guida. Luoghi carichi di storia millenaria, gioielli architettonici, piccole comunità assai accoglienti e gentili. Il clima mite e l’aria tersa ci hanno permesso di godere di 5 giorni intensi e piacevoli, in fraternità. E mi sono confermato che è un vero delitto che la cristianità occidentale conosca ben poco questo mondo, culla per secoli della fede cristiana: da Şanliurfa, l’antica Edessa, partivano i missionari per la Persia, l’India, la Cina già nel quinto secolo. In aprile, 17-25, organizzerò di nuovo un pellegrinaggio, insieme al monaco Sabino Chialà di Bose, specialista autorevolissimo della storia e spiritualità della chiesa siriaca. Già aperte le iscrizioni sul sito www.amo-fme.org


La chiesa del monastero di Hah nel Tur Avdin e la porta della chiesa di s. Giovanni a Şanliurfa, qui sotto possono farvi intuire qualcosa della bellezza che vi aspetta …



Dal 24 al 28 novembre sono stato ad Aquisgrana, in Germania, per presentare a MISSIO il rendiconto delle spese di ristrutturazione del convento di Iskenderun; MISSIO è la meritoria organizzazione che aiuta molte diocesi e parrocchie in Medio Oriente.

Il 29 ho tenuto una conferenza in duomo a Genova, con il card Bagnasco ospite attentissimo. Stando in Turchia mi sorgono molte domande per il mondo e il cristianesimo europei: cosa vogliamo? Cosa cerchiamo?
Potete ascoltarla (https://www.youtube.com/bizzeti_genova) o leggerla, scaricando il pdf da: http://www.chiesadigenova.it.
Preziosa anche la visita del giornalista Fulvio Scaglione per alcuni giorni tra noi e nel Vicariato, ponendo molte domande e questioni stimolanti. Da qui l’intervista pubblicata su Avvenire: http://avvenire.ita.newsmemory.com/.

In dicembre l’evento nettamente più forte in tutti i sensi è stato il primo dei quattro incontri finanziati dal MAGIS per afgani e iraniani, cristiani o catecumeni. Quattro giorni intorno alla solennità del Natale: 27 persone + 3 famiglie con 5 bambini. Storie incredibili di chi - a causa dell’incontro con Gesù (anche in sogno!) o con la Bibbia o per una sua ricerca personale - ha dovuto o voluto fuggire da paesi dove non c’è libertà religiosa (oltre che civile). Sono venuti dai 4 angoli della Turchia ,viaggiando in bus dalle 12 alle 17 ore, di notte, per questa sessione formativa, organizzata e tenuta in buona parte dal mitico John Sadredin. Affamati di conoscenza del Signore, queste persone vivono situazioni drammatiche di povertà, emarginazione o anche persecuzione a causa della fede cristiana. Persone serene, senza odio o rancore verso i loro paesi di origine o l’islam: un segno sicuro dell’incontro con Cristo.
Noi di casa ci siamo sentiti piccoli piccoli e ingrati verso il dono della fede, ricevuto gratuitamente e facilmente. Di quanti talenti dovremo rendere conto!

La festa dell’Epifania l’ho trascorsa a Samsun, nella parrocchia riaperta a giugno, grazie ai Padri Marcelo e Adrian. Intenso e bruciante l’incontro con una cinquantina di giovani iracheni: pieni di vitalità … e di rabbia per la chiusura dell’occidente in cui vogliono rifugiarsi, per la forzata inattività, per il loro sentirsi emarginati e discriminati. Lo sforzo pastorale consiste nell’aiutarli a comprendere che il tempo dell’esilio – come per i nostri padri e madri a Babilonia nel 6° sec. aC – offre, oltre a molti dolori, anche delle opportunità, umane e spirituali. Purtroppo mancano di strumenti interpretativi robusti; in particolare non hanno familiarità con la Bibbia e quindi ignorano che il popolo di Dio ha già attraversato simili situazioni, non sono abituati al discernimento del presente alla luce della Parola di Dio; conoscono solo un cristianesimo fatto di appartenenza familiare, di liturgie e regole più o meno osservate, che non avrebbe retto comunque all’impatto con il mondo contemporaneo, ma che la tragedia della fuga dal proprio paese, ha fatto crollare improvvisamente. Non mettono comunque in discussione la fede in Gesù Cristo proprio per il confronto con l’islam, ma sono fortemente disorientati e non sanno trasformare la rabbia in grido pregato. Non comprendono la chiusura di tanti cristiani e chiese occidentali, che nell’ascoltare le loro storie avrebbero invece tanto da imparare. E mancano pastori adeguati che, nella loro lingua, li prendano per mano e li accompagnino in questa valle oscura.
Pregate il Padrone della mèsse che mandi operai!

Le successive due settimane di gennaio, passate in Italia per vari “tagliandi” medici, sono state ricche di incontri con gente di ogni tipo, tra persone amiche e sconosciute. Dovunque gentilezza, interesse e aiuti fraterni. Rimango però ancora colpito da un apparato ecclesiastico ed ecclesiale enorme, sproporzionato in ordine alla prima evangelizzazione, più che mai urgente anche in Europa. La mobilità, essenzialità e creatività a cui spinge costantemente il Santo Padre - e altri pastori preoccupati del ripiegamento di certe chiese su loro stesse - sembrano scontrarsi contro un muro di burro incapace di sciogliersi.

La prospettiva che perfino la chiesa cattedrale di Iskenderun rimanga senza un parroco, a partire dall’estate, è, a questo momento, assai concreta! La mia ricerca di operatori pastorali, suore, monache/i, presbiteri perciò continua, bussando ad ogni porta e incontrando vari responsabili di comunità. Ma lo slancio missionario sembra debole nel nostro occidente cristiano, ancora troppo ricco di tutto. E anche le chiese orientali sembrano piuttosto assopite. Dobbiamo lasciare il campo libero ai soli missionari d’assalto di qualche chiesa fondamentalista americana? Coraggiosi e ammirevoli, senza dubbio, ma che non rappresentano tutta la nostra variegata Chiesa di Cristo, per non dire altro ...
I pellegrinaggi e altre iniziative dell’AMO, nella prossima primavera ed estate, riprendono a pieno ritmo. Consultate il sito www.amo-fme.org e affrettatevi a iscrivervi - posti limitati, specie per il corso di introduzione all’iconografia nella splendida Cappadocia, quest’anno riservato a donne italiane.
Per la Turchia basta la carta d’identità e ci sono meno pericoli che altrove!

Vi ricordo tutti e ciascuno in Cristo, pregate per me e per il Vicariato di Anatolia. Grazie.

Vi benedico con la benedizione degli Apostoli, invocando in particolare su di voi l’intercessione di Barnaba, Paolo, Tecla.